L’ACCERTAMENTO È ANNULLATO SE È SBAGLIATO IL CODICE ATTIVITÀ
CORTE DI CASSAZIONE Sentenza n.5399 del 04.04.2012 Gli studi di settore hanno, ormai, una storia quasi ventennale, visto che sono stati inseriti nel nostro ordinamento con l’art. 62-bis del D.L. 30 agosto 1993. n. 331, convertito, con modificazioni, nella L. 29 ottobre 1993, n. 427. Nel corso degli anni agli studi di settore sono state apportate numerose modifiche strutturali e di indirizzo in relazione alle finalità da perseguire, e non sono altro che uno dei metodi a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per porre in atto la propria attività di accertamento, ovvero quel insieme di attività di controllo sulle dichiarazioni e sugli atti utilizzati dal contribuente per l’autodeterminazione dell’imposta da liquidare. Per il Fisco, l’utilità degli studi di settore consiste nella facilitazione delle procedure che consentono di individuare le situazioni anomale ai fini fiscali e, quindi, di calibrare gli accertamenti ai casi in cui sussiste una maggiore probabilità di evasione. Il contribuente, invece, ha la possibilità di dichiarare il reddito vero, ma non ha l’obbligo di adeguarsi al livello di congruità indicato nello studio a lui applicato, qualora ritenga che tale livello non rispecchi la specifica realtà della sua impresa. Va anche sottolineato che gli indicatori di normalità […]
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