Per l’evasione fiscale la richiesta di reclusione va motivata


          CORTE DI CASSAZIONE.Sentenza n.47979 del 12.12.2012 Tributi – Evasione fiscale – Emissione abituale di fatture per operazioni inesistenti – Custodia cautelare in carcere automatica – Applicabilità – Non sussiste La Corte di cassazione, con la sentenza n. 47979 del 12 dicembre 2012, ha stabilito che a carico dell’imprenditore indagato per evasione fiscale non scatta necessariamente la custodia cautelare in carcere per il solo fatto che l’indagato emette abitualmente fatture a fronte di operazioni inesistenti. I giudici hanno accolto il ricorso presentato da un imprenditore contro la custodia in carcere impartita dai giudici di merito  nell’ambito di un’indagine per associazione a delinquere finalizzata  all’evasione delle imposte mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nel merito, i giudici hanno sottolineato come il provvedimento di misura cautelare si era soffermato soltanto sulla gravità ed abitualità della condotta illecita posta in essere,  senza contenere tuttavia, alcuna motivazione sulla pericolosità del contribuente e alla necessità di procedere con la reclusione. In questi casi : “…  Ancorché ai fini della motivazione del provvedimento di custodia in carcere non occorra un’analitica dimostrazione delle ragioni che rendono inadeguata ogni altra misura (Cass., Sez. VI, 20/04/2011 – 5/05/2011, n. 17313), è però necessario che il […]

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