Non va dimostrato il nesso pertinenziale tra reato e somme confiscate
CORTE DI CASSAZIONE. Sentenza n.1261 del 10.01.2013 Evasione fiscale – Inchiesta – I movimenti sospetti sul conto del contribuente legittimano il sequestro del denaro. La Corte di cassazione, con la sentenza 1261/2013, ha stabilito che nella confisca per equivalente non occorre dimostrare il nesso pertinenziale tra reato e somme confiscate. La Corte ha difatti respinto il ricorso di una Srl e dei due indagati per infedele dichiarazione dei redditi. Secondo la Suprema corte la confisca per equivalente: “… viene meno la necessità di verificare, preliminarmente, se il bene sia entrato o meno nel patrimonio dell’indagato per tentarne il recupero. Sono infatti assoggettabili alla confisca di cui all’articolo 322 ter Cp, beni nella disponibilità dell’imputato per un valore corrispondente a quello relativo al profitto o al prezzo del reato”….. concludendo poi “…È stato escluso, quindi, anche alla luce della Decisione – quadro del Consiglio dell’Unione Europea 2005/212/GAI, «che la confisca per equivalente prevista dall’art. 322 ter c.p., e, quindi, il sequestro preventivo ad essa finalizzato, postulino l’esistenza di un nesso di pertinenzialità tra i beni da confiscare ed il reato addebitato al soggetto che ne dispone, atteso che, con detta decisione, il Consiglio dell’Unione Europea, […]
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