Per i dati bancari il Fisco deve usare cautela
Corte di Cassazione. Sentenza n.7078 del 13.02.2013 Tributi – Accertamento – Accertamenti bancari – Versamenti sospetti sui conti correnti – Evasione fiscale – Configurazione di reato – Non sussiste – Sequestro per equivalente – Limiti – Fattispecie. I maggiori compensi addebitati a professionista, applicando le presunzioni legali vigenti per le indagini bancarie, rappresentano meri indizi ai fini penali che, da soli, non possono provare la sussistenza di reati tributari. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 7078 del 13 febbraio2013, haaccolto in parte il ricorso del contribuente. Tali risultanze, almeno per il caso di specie, sono però idonee a far scattare il sequestro preventivo dei beni in quanto per la misura cautelare è sufficiente l’esistenza del fumus del reato. La Suprema Corte ha confermato, innanzitutto, che le presunzioni sulle indagini finanziarie, al pari di tutte le altre vigenti in materia fiscale, non costituiscono piena prova ai fini dell’accertamento del reato tributario. I versamenti sospetti sui conti bancari del contribuente sono infatti sufficienti per l’accertamento fiscale, ma non per costruire, da soli, elementi per una condanna penale per evasione e la confisca del denaro. Si tratta infatti di mere presunzioni […]
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