Si al sequestro preventivo dei beni personali del legale rappresentante che non versa l’Iva


            Corte di Cassazione. Sentenza n.15050. del 02.04.2013 IVA – Omesso versamento – Sequestro preventivo. La Corte di Cassazione, con la sentenza 15050 del 2 aprile 2013, dichiara la responsabilità penale di chi commette il reato, anche se l’interesse prodotto dall’evasione rimane nelle casse della società. La terza sezione penale rigetta il ricorso del legale rappresentante contro la decisione del tribunale di avallare il sequestro per equivalente, per l’imposta non pagata a nome della società, disposto dall’Agenzia delle Entrate sui conti correnti privati dell’amministratore.      Di parere diverso la contestazione nella quale l’amministratore affermava che prima di “attingere” ai suoi conti correnti doveva essere “aggredito” il patrimonio della società che non poteva dirsi estranea a un reato dal quale aveva tratto un vantaggio. Inoltre il ricorrente aveva dichiarato di aver agito per cause di forza maggiore, perché l’azienda non aveva la disponibilità per saldare il conto con l’Erario. Di parere diverso la Cassazione che chiarisce il punto sulla legittimità del sequestro nella proporzionalità dei beni. La Suprema corte afferma infatti che: “… In generale va ribadito quanto già affermato da questa corte (Cass., Sez. VI, 5/03/2009 – 26/06/2009, n. 26611) secondo cui il sequestro preventivo funzionale […]

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