La partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento dei tributi erariali
L’articolo del dr. Gian Paolo Fasoli ( 1 ) riassume i contenuti dell’attività di accertamento partecipato dei comuni ai tributi erariali, ponendo in rilievo alcune criticità emerse nello svolgimento di tali funzioni nei rapporti tra Comuni ed Agenzie delle Entrate. La normativa che disciplina l’attività specifica scaturita dal Decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, come noto, affida ai Comuni una funzione propedeutica all’accertamento dei tributi erariali dovuti dalle persone fisiche, funzione che con l’introduzione dell’art. 18 della Legge n.122/2010, ha visto estendere l’ambito operativo anche alla possibile evasione dei contributi previdenziali per contrastare il fenomeno del c.d. “lavoro nero”. In linea di principio tutti sono concordi nel ritenere che l’evasione fiscale e contributiva sia un male per la società: i riflessi patologici di tale situazione costringono i contribuenti onesti a pagare più del dovuto, creano distorsioni inique nella gestione delle attività commerciali e professionali, impediscono di ridurre il pubblico prelievo nei confronti dei contribuenti a livelli soggettivamente più sostenibili, danneggiando soprattutto i contribuenti più deboli. I Comuni, pertanto, in base alla norma sopra indicata, possono inviare per via telematica all’Agenzia delle Entrate e/o alla Guardia di Finanza e/o all’INPS le cosiddette “segnalazioni qualificate”. Per segnalazioni qualificate la norma intende […]
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