Delude le attese il verdetto delle SS.UU. della Cassazione sulle “verifiche fiscali a tavolino”


Assolutamente non in linea con le aspettative degli addetti ai lavori è il principio emerso dalla sentenza 9 dicembre 2015, n. 24823, resa dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili. La questione controversa riguardava “l’obbligo di contraddittorio preventivo”, e quindi l’emanazione di un PVC o di un verbale conclusivo della verifica fiscale, dalla notifica del quale partivano tutta una serie di garanzie e di diritti del contribuente al fine di far valere i propri argomenti e le proprie ragioni. Il diritto del destinatario ad essere sentito prima dell’emanazione di un provvedimento che incide sui suoi diritti deve essere sempre garantito. Questo perché si tratta di assicurare l’inalienabile diritto di difesa del cittadino previsto anche dall’articolo 24 della Costituzione. La delusione appare decisamente significativa in quanto, mentre in precedenza la problematica del principio del contraddittorio preventivo è stata oggetto di importanti sentenze della Corte di Cassazione le quali hanno sempre limitato l’applicazione del contraddittorio preventivo agli accertamenti originati da verifiche ‘a domicilio’, la Suprema Corte a Sezione Unite, con la sentenza  n. 19668 del 2014, ha fatto un passo avanti, statuendo l’esistenza di un principio generale che prevede sempre l’obbligo da parte dell’Agenzia delle Entrate di attivare il contraddittorio preventivo. E ciò prima di adottare un provvedimento […]

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20 giugno 2017


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