Le agevolazioni fiscali per gli immobili a canone concordato solo a certe condizioni
Sono previste agevolazioni fiscali per gli immobili a canone concordato qualora siano stati stipulati contratti-tipo nelle 11 aree metropolitane e nei comuni con queste confinanti, nei comuni capoluogo di provincia e nei comuni definiti “ad alta densità abitativa” da una delibera del CIPE aggiornata a febbraio 2004. Il calcolo del canone concordato dipende da una serie di fattori oggettivi che vanno dalla metratura, alla posizione, alla dotazione di particolari elementi (quali doppi vetri, impianto di riscaldamento autonomo, arredamento, etc.) e dai valori indicati nell’Accordo Territoriale siglato in ogni comune ad alta densità abitativa dalle associazioni di categoria che tutelano, rispettivamente, gli interessi di proprietari immobiliari e inquilini. È stabilito dalla legge di stabilità 2016 (art. 1, commi 53-54) che “Per gli immobili locati a canone concordato”, l’Imu e la Tasi sono ridotte del 25%. Il testo della norma permette di considerare interessate a questo sgravio tre tipologie di contratti di locazione: a) i contratti agevolati, della durata di 3 anni più 2 di rinnovo; b) i contratti per studenti universitari, di durata da 6 mesi a 3 anni; c) i contratti transitori (di durata da 1 a 18 mesi)
La norma dispone che l’imposta, determinata applicando l’aliquota stabilita dal Comune, […]
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