Risulta difficile per i Comuni la modifica della numerazione civica indicata dall’ISTAT


La circolare del 10 ottobre 2016 con la quale l’ISTAT fornendo chiarimenti in vista del conferimento dei numeri civici all’ARCHIVIO NAZIONALE DEI NUMERI CIVICI DELLE STRADE URBANE (ANNCSU) gestito dall’Agenzia Entrate ed ISTAT, finalizzato a creare un DATA BASE UNICO TOPONOMASTICO, ha fatto presente che il sistema non consentirà ai Comuni di memorizzare numeri civici con esponenti numerici, obbligando gli stessi a modificarli, ha provocato negative reazioni degli enti interessati giustificate dal fatto che spesso la presenza di esponenti numerici nasce da situazioni storiche territoriali di difficile rimozione. Il disagio è stato espresso anche dal Presidente dell’ANCI il quale ha richiamato l’attenzione dell’ISTAT e dell’Agenzia delle Entrate chiedendo di ricondurre il problema all’esame di un tavolo tecnico per una soluzione meno onerosa e maggiormente sostenibile per i Comuni che hanno manifestato le proprie perplessità. È noto che il DPCM del 12 maggio 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 167 del 19 luglio 2016, recante disposizioni per il censimento della popolazione e per l’archivio nazionale dei numeri civici e delle strade urbane, attribuisce ai Comuni la gestione e l’aggiornamento del piano topografico e del piano ecografico del proprio territorio , da realizzare entro il 31 dicembre 2017, seguendo le regole tecniche […]

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