Il trattamento ICI ed IMU per due locali comunicanti ma con rendite separate
I contrasti tra l’Amministrazione finanziaria e la giurisprudenza Il passaggio dall’ICI all’IMU ha creato problemi applicativi ed interpretativi qualora la abitazione principale sia accatastata in due distinte unità immobiliari. Le previsioni del D.Lgs. 504/1992 e quelle del D.Lgs. 23/2011lasciano spazio ad una divergenza interpretativa tra l’Amministrazione finanziaria e la Giurisprudenza. Per la Cassazione,in materia di ICI (sentenze 25902/2008; 3339 e 12269/2010) quello che conta è l’effettiva utilizzazione come abitazione principale dell’immobile complessivamente considerato, a prescindere dal numero delle unità catastali. Non importa, peraltro, che gli immobili distintamente iscritti in catasto siano di proprietà non di un solo coniuge ma di ciascuno dei due in regime di separazione dei beni. A patto che «il derivato complesso abitativo utilizzato non trascenda la categoria catastale delle unità che lo compongono». Secondo i giudici di legittimità, una interpretazione contraria non sarebbe rispettosa della finalità legislativa di ridurre il carico Ici sugli immobili adibiti a «prima casa», confermata dalla previsione dell’esenzione totale dal 2008. Tuttavia, la tesi dei giudici di piazza Cavour si pone in contrasto con quanto affermato dal dipartimento delle Finanze del Ministero dell’economia (risoluzione 6/2002) sui presupposti richiesti per usufruire dei benefici fiscali. Il Ministero ha infatti precisato che due o più […]
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