Accertamento e contraddittorio nei tributi locali: Cassazione e giudici di merito sempre più distanti. Come agire?


La Corte di Cassazione conferma il solco tracciato dalla statuaria decisione adottata a SSUU n. 24823/2015 sulla questione del contraddittorio. L’occasione di pronuncia è sempre la CTR Toscana, la stessa che, con ordinanza 736 del 21 dicembre 2015, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale per violazione dell’articolo 24 della Costituzione, non ancora decretata. Un orientamento che trova seguito anche da parte della CTR Reggio Emilia, che con pronuncia n.50 del 19 gennaio 2016 afferma l’illegittimità dell’accertamento a tavolino senza preventivo contraddittorio, obbligatorio in ogni caso, anche per i tributi non armonizzati. Il disallineamento delle pronunce di merito non si placa ed è anche l’ultima ordinanza ben difficile che possano essere confermate in sede di Cassazione, dato che L’ORDINANZA N.8545/2017, è saldamente ancorata alla visione indicata nella sezioni unite 24823/2015 secondo cui, differentemente dal diritto dell’Unione europea, il diritto nazionale, allo stato della legislazione, non pone in capo all’Amministrazione fiscale che si accinga ad adottare un provvedimento lesivo dei diritti del contribuente, in assenza di specifica previsione, un generalizzato obbligo di contraddittorio endoprocedimentale, comportante, in caso di violazione, l’invalidità dell’atto. In tema di tributi non armonizzati, l’obbligo dell’Amministrazione di attivare il contraddittorio endoprocedimentale, pena l’invalidità dell’atto, sussiste esclusivamente in relazione […]

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20 giugno 2017


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