L’aumento del canone di concessione per gli impianti pubblicitari va impugnato al TAR
La Cassazione a Sezioni Unite ha cercato di mettere ordine alla disciplina dei mezzi pubblicitari collocati su suolo pubblico o su beni di proprietà comunale o dati in godimento al comune, con la sentenza n.21545/2017, pubblicata il 18 settembre 2017. Un’azienda pubblicitaria ha impugnato con esito favorevole dinanzi alla CTP la deliberazione del Comune di Bologna recante la determinazione del canone dovuto per gli impianti pubblicitari denominati SCROLLER , installati su suolo comunale, con applicazione del prelievo sulla base della DIMENSIONE DEL MANUFATTO, anziché della superficie pubblica occupata. La CTR, rigettando l’appello rilevava in primis che la CTP aveva erroneamente ricondotto il canone in contestazione al COSAP (Canone occupazione spazi ed aree pubbliche) anzichè al CIMP (canone per le installazioni pubblicitarie) e dichiarava non sussistere il difetto di giurisdizione del giudice tributario sollevato dal Comune in quanto la Commissione di primo grado non aveva annullato la delibera ma semplicemente disapplicata nella parte in cui la commisurazione si riferiva alla superficie espositiva degli impianti pubblicitari, in conformità all’articolo 7 del decr. legisl. n. 546 del 1992. Il Comune impugnava per cassazione la sentenza della CTR per carenza di giurisdizione del giudice tributario in materia di canone concessorio o per inammissibilità o […]
Attenzione!Per visualizzare il contenuto dell'articolo è necessario essere autenticati!
Per accedere fai click
quiSe non sei abbonato clicca
qui per richiedere l'attivazione di un utenza