Le scritte di fantasia possono individuare l’impresa debitrice dell’imposta di pubblicità
La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, ha asserito che la scritta di fantasia apposta sulle frecce direzionali per indicare un PODERE AGRICOLO , in quanto elemento distintivo dell’impresa, è da considerare idonea ad individuare il soggetto passivo della imposta di pubblicità. Tale principio è affermato nella sentenza della Corte n. 24544/2019, della V Sezione Civile, intervenuta a decidere nel ricorso del contribuente che lamentava la carenza di legittimazione passiva in quanto l’accertamento emesso dal Comune di Cremona (tramite la società concessionaria ) avrebbe dovuto notificarsi all’impresa presso la sua sede e non al PODERE quale nome di fantasia. Ad avviso della Suprema Corte, anche se la scritta in oggetto non è essa stessa l’impresa ma contiene l’indicazione utile alla identificazione del titolare dell’azienda , conferisce legittimazione all’accertamento, mentre avrebbe comportato la nullità solo nel caso in cui si fosse ingenerata incertezza assoluta sulla persona fisica dell’imprenditore destinatario della pretesa tributaria, cosa che non è avvenuta nel caso in questione. Indifferente, quindi, che l’identificazione avvenga con il nome di fantasia (Podere….) o con il nome del proprietario. Alla luce di tali motivazioni, il ricorso del contribuente è stato rigettato. LINK – CORTE DI CASSAZIONE […]
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