La restituzione del CANONE DI DEPURAZIONE per insufficiente funzionamento dell’impianto


La III Sezione Civile della Corte di Cassazione è stata chiamata ad occuparsi del CANONE DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE, con riferimento alla dichiarazione di illegittimità costituzionale della Consulta dell’art. 14, c.1, della Legge n.36/1994 (c.d. Legge Galli) e dell’art. 155, c. 1, del decr. legisl. n. 152/2006, nella parte in cui prevedevano che tale quota della TARIFFA fosse dovuta anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, nella considerazione che nelle suddette ipotesi l’obbligo di pagamento risultava non correlato ad alcuna controprestazione. Su queste Bai una utente aveva convenuto in giudizio l’AZIENDA SPECIALE ACQUA COMUNE NAPOLI (ABC concessionaria della riscossione) per ottenere la restituzione di somme versate a titolo di corrispettivo per la depurazione dell’acqua ed il Giudice di Pace accoglieva la domanda condannando ABC al rimborso, mentre il Tribunale, in parziale riforma, riconosceva il diritto di ABC di essere tenuta indenne dalla Regione da quanto dovuto all’utente. Sul ricorso per Cassazione della Regione, la Suprema Corte con la sentenza n. 3314/2020, pubblicata in data 11 febbraio 2020, ha affermato in primo luogo la competenza del Giudice Ordinario a decidere della controversia, in linea con il principio sancito dalle SS.UU. che ha riconosciuto al […]

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