Una riforma epocale, l’introduzione dell’economia circolare nella gestione dei rifiuti e la nuova perimetrazione del servizio integrato dei rifiuti urbani.


La riforma che cambia il servizio rifiuti, e quindi la Tassa Rifiuti, arriva (con poco clamore fuori dal ristretto ambito degli specialisti), alla fine dell’estate. Eppure, come vedremo, molto muta nell’oggetto del servizio e quindi nella organizzazione dei Comuni e dei gestori. I lettori mi scuseranno se il testo sarà, contrariamente alle mie intenzioni noioso e privo di quegli “alleggerimenti” che tento sempre di inserire nei miei contributi ma lo spazio e l’editore sono gentili tiranni e la materia, peraltro importante, particolarmente arida, procediamo. Nella Gazzetta Ufficiale 226 dell’11 settembre 2020 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 3 settembre 2020, n. 116, che ha come oggetto “Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.” (il testo è stato estratto dal sito “normattiva”). Questo Decreto modifica, in otto articoli e circa settanta pagine ed in maniera profonda, il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che con il titolo “Norme in materia ambientale” regola, tra l’altro, i principi fondamentali della gestione dei Rifiuti, siano essi urbani, speciali o da imballaggio. Per completezza si segnala che nella GU 228 […]

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