Confusione e dubbi per l’approvazione dei Regolamenti e delle Tariffe del CANONE UNICO PATRIMONIALE
L’attuazione della disciplina contenuta nella Legge di Bilancio 2020 (art. 1, commi da 816 a 847) che istituisce dal 2021 il CANONE UNICO PATRIMONIALE DI CONCESSIONE E AUTORIZZAZIONE PER L’OCCUPAZIONE DI AREE PUBBLICHE E PER L’ESECUZIONE DI MESSAGGI PUBBLICITARI, di competenza di Comuni, Province e Città Metropolitane, lascia fortemente perplessi, anche se l’intenzione del legislatore appare ispirata alla necessità di semplificare la tassazione dell’utilizzo ai fini privati di suolo e spazi pubblici, semplificazione che non sembra raggiunta. Le difficoltà interpretative delle norme coinvolgono Enti Locali, Operatori e Destinatari del nuovo sistema, che avevano chiesto al Governo il differimento al gennaio 2022 del Canone e riguardano vari aspetti. Non si tratta di un CANONE UNICO perché i presupposti del prelievo sono due: il primo concerne l’occupazione di aree appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dell’ente, il secondo interessa i messaggi pubblicitari. In tal modo si è riprodotta esattamente la struttura dei due tributi in precedenza regolati (TOSAP ED IMPOSTA COMUNALE SULLE PUBBLICITA’) e, quindi, come detto, nessuna semplificazione dall’applicazione del nuovo regime. Considerando, ad esempio, che le esposizioni pubblicitarie possono essere realizzate su manufatti collocati sia su aree pubbliche che private, sarebbe stato necessario diversificare le occupazioni, prevedendo per le […]
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