I versamenti sul conto non sono prova di evasione


              CORTE DI CASSAZIONE. Sentenza n.37071 del 26.09.2012   I versamenti sul conto bancario dell’imprenditore non sono prova di evasione fiscale. Possono però essere valutati dal giudice penale, insieme agli altri dati acquisiti nel processo tributario, per giungere a una condanna.   Lo ha precisato la terza sezione penale della Cassazione, con la sentenza numero 37071, depositata il 26 settembre 2012. I giudici mettono in evidenza come la giurisprudenza sia unanime nel ritenere che in tema di reati tributari non può farsi ricorso alla presunzione secondo cui tutti gli accrediti registrati sul conto corrente si considerano ricavi dell’azienda (art. 32, co. 1, n. 1, D.P.R. 600/1973), in quanto spetta al giudice penale la determinazione dell’ammontare dell’imposta evasa procedendo d’ufficio ai necessari accertamenti, eventualmente mediante il ricorso a presunzioni di fatto. Ciò non toglie che l’autonomia del procedimento penale rispetto a quello tributario non esclude che, ai fini della formazione del suo convincimento, il giudice penale possa avvalersi degli stessi elementi che determinano presunzioni secondo la disciplina tributaria, a condizione che gli stessi siano assunti non con l’efficacia di certezza legale, ma come dati processuali oggetto di libera valutazione ai fini probatori. A cura di […]

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