Per la riduzione sugli immobili in comodato occorre valutare la convenienza economica
La recente risposta del Mef ad un quesito posto dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato, rappresenta l’ultimo atto della vicenda legata al riconoscimento della riduzione del 50% dell’imponibile Imu e Tasi dovute su immobili concessi in comodato tra parenti in linea retta, entro il primo grado. L’agevolazione in questione è stata introdotta, come è noto, dalla legge di stabilità 2016 (comma 10-L.n.208/2015) che ha sottratto alla potestà regolamentare dei Comuni la possibilità di assimilazione ad abitazione principale dell’immobile concesso in comodato tra genitori e figli. In precedenza, e fino a tutto il 2015, era infatti attribuita alla predetta potestà comunale considerare adibita ad abitazione principale l’immobile dato in comodato dal titolare ai parenti in linea retta, entro il primo grado, a condizione che questi la utilizzassero come abitazione principale. In relazione a tale assimilazione la delibera comunale poteva prevedere: che la agevolazione si applicasse, ai soli fino Imu, ad immobili iscritti in catasto con rendita non superiore a € 500; ovvero che il comodatario ed il suo nucleo familiare avessero un reddito, ai fini ISEE, non superiore a € 15.000,00 annui; Il beneficio in parola si poteva riconoscere relativamente ad una sola unità immobiliare. In vigenza di tale regime agevolativo si determinavano […]
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