L’assimilazione dei rifiuti 2016 per le attività economiche va disciplinata in armonia con il codice ambientale


L’applicazione delle Tari alle attività economiche è tema sempre più complesso e a rischio contenzioso. Spesso i comuni non colgono la flessibilità che le norme riconoscono al fine di adeguare la richiesta di pagamento alle dinamiche di produzione dei rifiuti. Ruolo centrale in tal senso è da attribuire all’istituto dell’ASSIMILAZIONE. Si tratta di un canale amministrativo che serve ad ampliare la privativa (monopolio) del comune, unico soggetto che può svolgere il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati. Il comma 641 dell’articolo 1 della Legge 147/2013 stabilisce che Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Il codice ambientale assume un ruolo decisivo nel definire competenze e ambiti del comune. L’articolo 195 comma 2 del codice  stabilisce che i comuni concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con appositi regolamenti che  stabiliscono,  in particolare,  l’assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri di cui all’articolo 195, comma 2, lettera e), ferme restando le definizioni di cui all’articolo 184, comma 2, lettere c) e d). Grazie all’assimilazione, i comuni possono […]

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20 giugno 2017


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