Il Comune paga l’IVA sul canone riscosso per la concessione del servizio di distribuzione del gas
In presenza di un AVVISO DI ACCERTAMENTO avente ad oggetto l’IVA richiesta al Comune sul canone annuo versato dal concessionario del servizio di distribuzione del gas, l’Ente ha impugnato la decisione della CTR che aveva dichiarato il Comune stesso soggetto passivo del tributo, non ritenendo che la fattispecie fosse inquadrabile tra le operazioni fuori dal campo IVA svolte dall’amministrazione nell’esercizio del potere autoritativo di natura pubblica. La Cassazione, con la sentenza della Sez. V Civ. n.14283/2016, pubblicata il 13 luglio 2016, ha affermato che la società concessionaria della distribuzione del gas opera non già come LONGA MANUS del Comune, ma in forza di rapporti contrattuali in virtù dei quali essa versa all’Ente un canone corrispettivo ed incassa dagli utenti i corrispettivi per la fruizione del servizio. La fattispecie in questione, ad avviso della SUPREMA CORTE, deve ritenersi basata su tre distinti rapporti: quello tributario tra Fisco e Comune concedente, che lo rende soggetto passivo di imposta sui canoni riscossi (art. 17 D.P.R. n.633/1972), quello privatistico tra Comune concedente e concessionario, che rende quest’ultimo tenuto all’imposta in via di rivalsa (art. 18 decreto IVA) e quello risultante tra Fisco e concessionario, che lo abilita alla detrazione d’imposta (art. 19 decreto IVA). […]
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