Un abbaglio della Cassazione: per la recente sentenza l’ingiunzione vale solo come accertamento
Secondo la sentenza in oggetto l’ingiunzione fiscale avrebbe valore meramente accertativo e non dovrebbe considerarsi un atto della riscossione, dovendosi procedere per la attuazione delle azioni esecutive relative alle somme ingiunte, solo previa iscrizione a ruolo. Sono queste le conclusioni contenute nella sentenza della Cassazione n. 18491/2016 pubblicata il 21 settembre 2016. Si tratta di conclusioni aberranti, che non paiono fondate né alla luce delle norme di riferimento, di alcune delle quali si dimentica addirittura la abrogazione, né alla luce della giurisprudenza di legittimità, che ha affrontato il problema della natura dell’ingiunzione fiscale di cui al RDL n. 639/1910 più volte, anche con pronunce a Sezioni Unite (n. 30/2016, n. 10958/2005). La Cassazione a nostro avviso, è stata tratta in errore dal fatto che il caso di specie è riferito alla ESATTORIE s.p.a., la società che in ragione dello scorporo del ramo d’azienda della concessionaria precedente confluita in EQUITALIA per la riscossione delle entrate erariali, aveva assunto la concessione per il comune di Viterbo ai sensi dell’art. 3 del D.L. n.203/2005 convertito dalla Legge n.248/2005. La Cassazione ha completamente dimenticato l’art. 36 della Legge n.31/2008 e la alternatività della riscossione a mezzo ingiunzione fiscale rispetto al ruolo che peraltro, salvo […]
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