Per le cave marmifere delle Alpi Apuane il giudizio della Corte Costituzionale sulla validità dell’editto della duchessa Maria Teresa del 1751


La questione in epigrafe affonda le radici nell’epoca del feudalesimo e riguarda l’origine e la disciplina delle cave marmifere esistenti nelle Alpi Apuane. La Corte Costituzionale ha preso in esame il ricorso promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nei confronti dell’art. 32, comma 2, della legge della Regione Toscana n. 35/2015 recante “Disposizioni in materia di cave” di modifica della legge regionale n. 104/1995. Con la legge impugnata, la Regione Toscana, considerata la condizione di beni del patrimonio indisponibile comunale gli agri marmiferi di cui ad alcune concessioni, nonché dei beni c.d. “estimati“ di cui all’editto della duchessa Maria Cristina del primo febbraio 1751, assegnava ai Comuni di Massa e Carrara il termine di 180 giorni per la ricognizione di tali beni, con l’obbligo di accertamento nei confronti dei titolari delle stesse concessioni. La Presidenza del Consiglio ha sostenuto che sulla natura giuridica dei “beni estimati” esiste un diverso orientamento della dottrina, uno dei quali, confortato anche da un pronuncia giudiziale, sostiene che alcuni terreni marmiferi risultano di proprietà del Comune e sono detenuti dai privati in regime di concessione, mentre altri, c.d. “estimati” sono di proprietà dei privati. Secondo altro orientamento, i “beni estimati” non avrebbero mai costituito […]

Attenzione!
Per visualizzare il contenuto dell'articolo è necessario essere autenticati!

Per accedere fai click qui
Se non sei abbonato clicca qui per richiedere l'attivazione di un utenza

Fonti OnLine

QUOTIDIANI TEMATICI

Archivi

CONVEGNO

IL BES NEL DEF

20 giugno 2017


Per informazioni »