La revisione catastale di un immobile deve essere correlata sia alla qualità urbana che ambientale della zona
La Corte di Cassazione ha emesso il proprio giudizio sul ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate avverso la sentenza della CTR che aveva confermato la decisione di primo grado di annullamento per difetto di motivazione di un AVVISO DI RICLASSAMENTO DI UN IMMOBILE, con il conseguente aumento della rendita catastale richiesto dal Comune di Lecce ai sensi dell’art. 1, comma 335, della Legge n. 311/2004. I motivi di censura opposti riguardavano da un lato la mancata sospensione del giudizio in attesa dell’esito dell’impugnativa dinanzi al Giudice amministrativo sulla legittimità degli Atti a monte dell’Avviso di riclassamento e dall’altro la violazione e falsa applicazione delle Leggi n. 311/2004 e n. 212/2000 in quanto non sarebbe necessario indicare nell’Atto di classamento le specifiche caratteristiche dell’immobile, trattandosi nel caso di specie di un aumento della rendita catastale e non di una revisione puntuale del classamento. La Suprema Corte, Sezione VI Civile, con l’Ordinanza n. 115/2019, ha ritenuto infondati entrambi i motivi. Sul primo motivo, ha rilevato che la sentenza impugnata è stata pubblicata in un momento successivo all’entrata in vigore del decr, legisl. n.156/2015, ed in cui, quindi, non ricorreva più una ipotesi di sospensione necessaria, essendo eventualmente applicabile l’art. 337 del c.p.c. , […]
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